Mia figlia ha tante paure
Salve ho una figlia di 25 anni che lamenta spesso di avere delle paure anche di tipo inconscio (esempio uno sguardo, oppure pensare che qualcuno si trovi all’interno della sua casa, la paura esagerata per i topi ecc… Io pur avendo avuto tante paure da piccola e adolescente le ho superate con la ragionevolezza e la determinazione a non averne per evitare di stare male. Posso aiutare mia figlia, secondogenita, anche attraverso letture di libri, articoli o recensioni? Grazie, cordiali saluti. Carla
Risponde il Dr. Jacopo Campidori
Salve Carla,
purtroppo, o per fortuna, gli individui sono tutti diversi, l’uno dall’altro, e non sempre ciò che funziona con una persona funziona anche con le altre. Nel suo caso, per superare le paure, è stata sufficiente la ragionevolezza e la determinazione, ma nel caso di sua figlia, questo potrebbe non bastare.
Non dico che non debba provare, ma mi viene da pensare che, se a 25 anni ancora queste paure permangono, forse il solo aiuto di sua madre non è sufficiente, e non perchè lei, Carla, non è capace, o perchè non si impegna a sufficienza, ma solamente perchè forse sua figlia ha bisogno di qualcosa di diverso, qualcosa che, nonostante l’amore e la buona volontà, una madre non può dare.
Leggendo la sua domanda, mi si è immediatamente acceso un campanello d’allarme: si tratta infatti di una strana coincidenza che anche lei da piccola e da adolescente soffrisse di tante paure, e che adesso anche sua figlia abbia un problema simile. Mi viene da pensare che forse quelle paure, che lei dice di aver superato con ragionevolezza e determinazione, in qualche modo sono ancora lì, magari nascoste e con una maschera diversa, ma pur sempre lì, ad influenzare il suo comportamento, e in qualche modo quello di sua figlia. E’ un ipotesi, ma se questo fosse vero, è difficile che proprio lei sia la persona più indicata per aiutare sua figlia.
Inoltre, è importante che lei sappia che i sintomi, in qualche modo, hanno una funzione, servono a qualcosa. Lei dice che sua figlia sta male, ma ciononostante le paure restano, nonostante il prezzo da pagare sia alto. Più che concentrarmi sull’idea che sono paure immotivate e senza senso, mi concentrerei sulla funzione che queste paure possono avere: se ci sono, hanno sicuramente una funzionalità, una ragione per esistere.
Le faccio un esempio, puramente ipotetico: lei si sta preoccupando di sua figlia, sta cercando il modo di poterla aiutare, e di conseguenza di starle ancora più vicina, di quanto sicuramente già fa. Mi pare che questa sia una conseguenza importante che, darebbe alle sue paure una grande importanza. Mettiamo infatti che, sempre restando sull’ipotetico, sua figlia per qualsiasi ragione, abbia bisogno di sentire sua madre vicina a sè. In questo modo, ci sarebbe perfettamente riuscita. Vista in quest’ottica, lei abbandonerebbe le sue paure se queste le assicurassero la vicinanza delle persone a cui tiene?
Per questi motivi sono dell’idea che ciò che potrebbe aiutare sua figlia, è l’aiuto di una persona esterna, uno psicoterapeuta che possa aiutarla, grazie ad un percorso psicologico, a dare un senso e un significato a queste paure, in modo da poterle comprendere e superare.
Nella speranza di esserle stato d’aiuto,
Porgo cordiali saluti,
Dott. Jacopo Campidori, Psicologo.
Jacopo Campidori, Psicologo e Psicoterapeuta di orientamento Cognitivo-Costruttivista. E’ nato nel 1978 a Firenze, dove attualmente vive e lavora. Direttore della rivista on-line di Psicologia “GliPsicologi.info“. Pratica la libera professione (terapia individuale con adulti, adolescenti e di coppia) presso il suo studio a Firenze.
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