Obesità e cambiamenti
Salve, sono Barbara, e ho 22 anni.
Purtroppo soffro da quasi sempre di disturbi dell’alimentazione, sono obesa e sono in cura farmacologica con una psichiatra; probabilmente mi opererò spero al più presto, di bypass gastrico.
Le dico tutte queste cose perché potrebbero essere collegate a quanto segue:
Ho sognato di essere in un grande prato con una mia grande amica, e ricordo che nel sogno avevamo comprato una pistola e delle pallottole, e facevamo un gioco in cui cercavamo di colpire una scatola di cartone appoggiata su un tavolo in lontananza.
Ad un certo punto la mia amica si allontana, mentre io continuo a sparare alla scatola, e ad un certo punto mi rivolgo la pistola contro la fronte (non di lato, ma proprio di fronte, in mezzo agli occhi): mentre sto per spararmi la mia amica si gira, e comincia a guardarmi supplicandomi di non farlo, ed io invece sparo, ma non c’erano più pallottole, quindi si sente solo il click del grilletto e niente botto, ed io ero viva!
Improvvisamente un sacco di gente mi viene in contro chiedendomi perché volevo fare una cosa del genere, e vado anche sul giornale per questo tentativo mancato di suicidio.
Sono un po’ suscettibile a queste cose, e non riesco a spiegarmi come mai la mia mente avrebbe elaborato un sogno simile.
Potete aiutarmi? Avete soluzioni a questo strano rebus?
Grazie mille
Barbara
Risponde il Dr. Jacopo Campidori
Salve Barbara, grazie per aver scritto
come dico sempre, e non mi stancherò mai di farlo, non è possibile interpretare i sogni senza conoscere la persona in questione. Questo perchè il materiale dei sogni è assolutamente personale, e solamente il sognatore può essere in grado di dare un senso a ciò che “vede” durante la propria attività onirica. Un oggetto che per lei ha un significato in un sogno, per un altro individuo può avere un significato assolutamente opposto. E’ impossibile quindi poter codificare un sogno semplicemente con una mail.
Tutto ciò che posso limitarmi a fare è tentare di interpretare alcuni aspetti, e se possibile darle qualche consiglio, ma le ripeto, si tratta solamente di ipotesi personali.
Ciò che si nota dalla lettura della sua mail, è il vissuto di forte angoscia che si porta appresso, questo fardello che le pesa sulle spalle e che sembra non sapere come risolvere, se non tramite il suicidio.
Un suicidio che però non si realizza, poichè i proiettili sono finiti.
E come le ho gia accennato, siamo noi stessi, anche se inconsapevolmente, a scegliere la materia dei nostri sogni, gli elementi con cui plasmiamo le storie che ci narriamo durante il sonno. E’ quindi lei stessa a rinunciare al proposito di suicidarsi, è lei stessa a scaricare la pistola impedendole di sparare.
E’ molto probabile che in questo periodo stia soffrendo particolarmente: il suo disturbo dell’alimentazione che l’accompagna “da quasi sempre”, un operazione che sta per affrontare e che sicuramente le susciterà dubbi e paure, e chissà che altro di cui non sono a conoscenza.
In questa condizione il suicidio potrebbe apparire come l’unica soluzione: ma ecco che il suo spirito di sopravvivenza ha il sopravvento, e decide di terminare le munizioni. Sembrebebbe che non sia riuscita nel suo intento, che qualcosa l’abbia frenata, impedendole di mettere la parola fine ai suoi dolori.
Però poi il sogno continua. Un sacco di gente le viene incontro. Va sul giornale. Tutto ad un tratto si trova circondata da persone che le vogliono bene, persone che la considerano, persone che si preoccupano per lei, si trova proiettata sulle prime pagine di un giornale, diventa nota, esce dall’anonimato e diventa una celebrità.
Siamo sicuri quindi che si tratti di un “mancato suicidio”? Io penso piuttosto che il suicidio sia andato a buon fine, e qualcosa sia effettivamente morto. Solo che la vittima prefissata non era Barbara, ma solamente una parte di lei che vorrebbe cambiare.
Si domanda come mai punta la pistola proprio alla fronte e non di lato. Forse perchè vuole vedere bene chi le sta sparando? Come se di fronte a lei si trovasse una Barbara forte che vuole rinascere, che punta l’arma rivolgendosi ad una Barbara che non si accetta più e dicesse: basta, io non ti sopporto più, voglio eliminarti dalla faccia della terra, voglio cambiarti, e ci riuscirò.
Mi verrebbe quindi da dire che il suicidio in questo sogno non rappresenta un desiderio di morte, ma piuttosto un forte desiderio di cambiamento.
Un cambiamento che la porterebbe ad essere accettata da tutti, ma in primo luogo da sé stessa.
Come diceva Gandhi: “Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere”.
Ma se accettarsi ed essere accettata è il suo desiderio, sarebbe importante che intraprendesse questo cammino con qualcuno in grado di seguirla e sostenerla, non solo a livello farmacologico, ma anche a livello psicologico. Un sostegno psicologico da affiancare alla terapia potrebbe infatti esserle di grande aiuto.
Nella speranza di esserle stato d’aiuto,
Le porgo i miei più cordiali saluti,
Dott. Jacopo Campidori, Psicologo.
Jacopo Campidori, Psicologo e Psicoterapeuta di orientamento Cognitivo-Costruttivista. E’ nato nel 1978 a Firenze, dove attualmente vive e lavora. Direttore della rivista on-line di Psicologia “GliPsicologi.info“. Pratica la libera professione (terapia individuale con adulti, adolescenti e di coppia) presso il suo studio a Firenze.
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