Mindfulness: vivere il presente

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a cura della Dott.ssa Silvia Ferrara

Il motto che contraddistingue la nostra vita quotidiana è “fai quante più cose che puoi, il più velocemente possibile.” Tutto ciò perché viviamo in una società in cui è più importante la “quantità” della “qualità”. Diventiamo “multitasking per necessità”, invidiamo e ammiriamo chi riesce a svolgere più attività in una stessa giornata. Ci tormentiamo inoltre su ciò che non siamo riusciti a fare e su come avremmo potuto gestire diversamente una situazione o una relazione.

Insomma, ci preoccupiamo del futuro e del passato. E il presente? Lo viviamo davvero?

Provate a pensare a quante volte fate qualcosa in maniera automatica; a quante altre, ascoltando il vostro partner parlare vi perdete nei vostri pensieri; o quando vendendo un film, un pensiero vi distrae. Sono piccoli esempi che mettono in evidenza quanto sia difficile mantenere l’attenzione sul presente.

Per questo motivo vogliamo far luce su una pratica che sottolinea invece l’importanza del momento: la Mindfulness.

Dare una definizione del termine “Mindfulness” non è semplice, perché molte sono state le sue interpretazioni. Noi vogliamo fare riferimento al suo fondatore Jon Kabat-Zinn, che la definisce come “la consapevolezza che emerge se prestiamo attenzione in modo intenzionale, nel momento presente e in modo non giudicante, al dispiegarsi dell’esperienza momento per momento“. Una pratica che unisce la meditazione orientale alle più attuali scoperte della psicologia occidentale.

Infatti, la Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR) e la Mindfulness-Based Cognitive Therapy (MBCT), sviluppate da Jon Kabat-Zinn, sono state utilizzate per la cura di alcune patologie quali la depressione, il disturbo borderline, l’ansia e gli attacchi di panico.

Alcuni studi hanno dimostrato che la pratica permette di migliorare l’umore e la qualità della vita, anche in presenza di malattie come la sclerosi multipla e il cancro, oltre a diminuire lo stress in persone che accudiscono familiari malati. Nei disturbi da dolore cronico la Mindfulness riduce la tendenza dei pazienti a soffermarsi su pensieri negativi quali “il dolore è terribile” o “non guarirò mai“.

Ma tante altre sono le sue applicazioni: dall’utilizzo nelle scuole, per bambini e giovani adolescenti, ai contesti aziendali.

Gli ambiti di ricerca della Mindfulness investono anche le neuroscienze. Attraverso nuove tecniche di studio sono state scoperte numerose modificazioni neurali che sono alla base dell’efficacia della pratica, tra cui i cambiamenti nelle reti neurali alla base della regolazione delle emozioni; in particolare è stata trovata una diminuzione nell’attività dell’amigdala (una parte del cervello che gestisce le emozioni) in persone che soffrono di ansia sociale.

Altri studi hanno rilevato che l’attenzione localizzata alle sensazioni del corpo, sviluppata attraverso l’utilizzo della pratica, permette di aumentare la regolazione delle emozione e della cognizione, migliorando così l’elaborazione delle informazioni sensoriali da parte del cervello.

Al di là del suo utilizzo terapeutico, ci rendiamo conto che tale pratica permette di “riprendere” il potere sui nostri stati mentali, e vincere gli automatismi. Durante la meditazione il lavoro da fare è quello di prendere gradualmente consapevolezza dei pensieri, che in quel preciso momento, attraversano la mente “senza giudicarli” e successivamente allontanarli.

Certo, tale consapevolezza si guadagna molto pazientemente, attraverso esercizi svolti prima all’interno delle sedute e poi nella vita quotidiana. Sicuramente una caratteristica fondamentale della pratica è che chi la insegna deve innanzitutto averla vissuta su di sé. Proprio perché non è un sapere tecnico quello da insegnare, ma un esperienza da vivere. Fermare l’attenzione su ciò che accade permette di vivere il presente per quello che è, accettarlo senza uno sguardo né al passato né al futuro, prendere consapevolezza e assaporare il momento.

La sensibilità verso tale pratica sta aumento sempre di più in Italia. Il suo utilizzo potrebbe permettere di sviluppare la capacità di rispondere efficacemente allo stress, imparando a gestirlo volta per volta, senza ripetere azioni automatiche e non funzionali.

 

Bibliografia

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  • Terapia metacognitiva dei disturbi d’ansia e della depressione, Di Adrian Wells
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  • Mindfulness starts with the body: somatosensory attention and top-down modulation of cortical alpha rhythms in mindfulness meditation. (2003). Catherine E. Kerr, Matthew D. Sacchet, Sara W. Lazar, Christopher I. Moore and Stephanie R.
  • Therapeutic mechanisms of a mindfulness-based treatment for IBS: effects on visceral sensitivity, catastrophizing, and affective processing of pain sensations. (2012). Garland, E. L., Gaylord, S. A., Palsson, O., Faurot, K., Douglas Mann, J., and Whitehead, W. E. J. Behav.Med. 35, 591–602.

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