Il lessico del profondo
Il Lexicon del Profondo e l’importanza della Rappresentazione
A cura del Dr. Leandro Scarano
Il Nome e la Definizione: piedistallo dell’interazione col fenomeno
L’importanza del linguaggio verbale nell’epoca attuale é quanto mai indiscutibile: non esiste difatti fenomeno collettivo di grande rilievo che non sia dotato di un nome, una definizione, o una etichetta.
Per fare un esempio si può pensare a quante denominazioni si sono succedute relativamente alle persone invalide, inizialmente chiamate handicappati, poi disabili e adesso diversamente abili: se ne deduce rapidamente quanto, a livello sociale, si abbia il bisogno di cogliere, attraverso nome e concettualizzazione, l’essenza di un fenomeno o di un’entità.
Condividere un nome vuol dire condividere delle conoscenze.
Dal nome e dalla definizione scaturirà parte dell’atteggiamento e dell’immagine che gli individui si formeranno di un preciso fenomeno; nome e definizione (elementi formanti il concetto), infatti, scaturiscono una tendenza iniziale che spesso permane e prevarica le tendenze alternative concomitanti e posteriori.
Ogni giorno nasce un nuovo vocabolo: se per esempio sai di avere un particolare attaccamento al pc, sai di essere un “Nerd“,
se sei tutto vestito di nero, riga di lato, uno sguardo un po’ da duro ma in fondo un tenerone sei un “Emo“.
Come se la società in cui viviamo fosse un minestrone del quale, tramite le rappresentazioni collettive (o sociali se vogliamo
richiamare le teorie di Moscovici), riusciamo a contraddistinguere per poi nominare i singoli legumi, i singoli ingredienti.
L’eccessivo nominare
L’uomo moderno ha bisogno di punti fermi, di definire e definirsi il più rapidamente possibile, d’inscatolare gli eventi in categorie, di gestire gli stereotipi anziché i concetti, di affidarsi al pregiudizio anziché all’esperienza e alla riflessione. Tutto scorre, e tutto scorre molto velocemente; non c’è più il tempo di riflettere, non ci sono più i caffè letterari dove disquisire, dove analizzare e dibattere, c’è da lavorare, tirare avanti e per i più fortunati mettere i soldi da parte per le vacanze o addirittura per investire.
Il lessico del profondo
L’uomo moderno, mi scuso per la generalità di questa terminologia, vive in superficie, non guarda sott’acqua, ignora gli abissi.
Mi chiedo perché, nonostante la Psicanalisi abbia più di un secolo, Claudia quando incontra Marta non le chieda: “Ciao bella! Allora come va tra il tuo Io e l’inconscio?”.
La psicanalisi non é entrata nel linguaggio comune come avrebbe “voluto”, colpa di un infinità di sotto-teorie contrastanti e di una resistenza sociale che ha difficoltà ad accettare le ombre che inevitabilmente seguono ognuno di noi.
Fenomeni come “Il grande fratello” e i programmi alla “Maria De Filippi” mostrano pero’ quanto ci sia un interesse collettivo a capire come l’essere umano funziona nel suo intimo, quali siano le sue dinamiche, dove porta un gesto se lo si segue a ritroso fino alle sue origini.
Ruolo della Psicologia, che anch’essa definirò Moderna, è quello di creare un vocabolario accessibile a tutti, degli strumenti d’indagine del profondo che permetta a Marta un giorno di rispondere “Ho scoperto che molto di quello che vedevo lo volevo vedere, e nel sogno ho trovato la radice della mia essenza”. Per il momento, se diceste una cosa simile adesso sapreste di venir collocati nella categoria “Spostati”.
La Psicologia Moderna deve educare alla introspezione, alla comprensione dei ruoli e delle dinamiche relazionali, e questo, a parer mio, lo si può raggiungere solamente se decidiamo di crearne le basi, ovvero il “verbo”, la parola, un linguaggio che tutti possano utilizzare per ridisegnare la propria anima (Psiche) e riscoprire il proprio obbiettivo (Daimon).
Non mi stupisco che nella nostra società basata sul capitalismo e sull’apparire non esistano vocaboli di uso comune e a dire il vero neanche la volontà ed il tempo per trattare temi elevati (psiche compresa). Non c’è più tempo e non è importante, ciò che conta oggi è vincere. La teoria dell’evoluzione è un esempio della filosofia che governa il sistema odierno: vince chi è più forte, il più evoluto, nella nostra società vince chi ha accumulato più capitale. Gli uomini hanno perso l’anima e sono diventati delle macchinette da soldi. Non c’è più attenzione allo psichico, ai profondi abissi della nostra anima, ciò che conta è il materiale, l’apparenza.