Due terapie diverse in parallelo
Salve, è possibile fare sedute diverse con due psicoterapeuti diversi?
Esempio: un paziente può fare due sedute con un terapeuta e due con un altro?
Questo ve lo chiedo, perchè uno psicoterapeuta mi dice che bastano 2 sedute in un mese. Mentre io sento l’esigenza di farne almeno 4 in un mese.
Grazie.
Risponde il Dr. Jacopo Campidori, psicologo.
Salve,
diciamo che tendenzialmente è possibile seguire percorsi con differenti terapeuti e, specialmente in alcuni casi, può essere di grande aiuto. Mi viene in mente ad esempio seguire una terapia di coppia in parallelo ad una individuale. In questo caso il percorso con due differenti terapeuti è possibile e decisamente importante, in quanto permette di lavorare su aree e dinamiche differenti, che non si contrappongono, ma al contrario vanno ad integrarsi in un quadro più complesso: da una parte il paziente lavora in seduta sul proprio percorso di coppia, affrontando le dinamiche che emergono e che hanno portato alla richiesta di aiuto. Dall’altro lato, nelle sedute individuali, il paziente può lavorare su quegli aspetti che sente più personali e che non è in grado di esplicitare di fronte al partner. Affiancare una terapia individuale ad una di coppia può quindi avere un grande valore, in quanto può aiutare a sviscerare temi che altrimenti resterebbero nascosti, impedendo qualsiasi cambiamento, sia a livello individuale che di coppia.
Allo stesso modo, con determinate problematiche, ad una terapia individuale può essere affiancata una terapia di gruppo, come ad esempio nel caso di disturbi alimentari o dipendenze da sostanze. In questo caso l’importanza è rivestita dal fatto che a fianco di un lavoro individuale sul sé il paziente può trovare beneficio dal lavoro di gruppo, dal confronto con esperienze simili alle sue, dalla condivisione di problematiche all’interno di un gruppo protetto.
Ciò che però salta all’occhio è che nei casi citati, i percorsi attivati in parallelo hanno una valenza differente, differenti metodologie di conduzione, un differente setting, e degli obiettivi non coincidenti, rappresentando così due percorsi paralleli che non vanno ad accavallarsi in alcun modo ma che, al contrario, vanno ad integrarsi fornendo un qualcosa in più rispetto al singolo percorso.
Venendo alla sua domanda, non ritengo utile seguire due terapie con due terapeuti diversi, a meno che non ci siano delle indicazioni particolari dovute a precise esigenze. Questo perchè seguire due terapie diverse con due differenti terapeuti creerebbe inevitabilmente confusione, molto probabilmente inificiando l’una i progressi dell’altra.
Nel suo caso è come se il suo medico le consigliasse di assumere una dose di un farmaco, ma lei insistesse a prenderne una dose doppia. Se il suo medico si rifiutasse di raddoppiarle la dose avrebbe senso rivolgersi ad un altro medico per farsi prescrivere un ulteriore dose del farmaco?
Quello che mi verrebbe da consigliarle, è di provare a parlare col suo terapeuta, spiegandole le sue esigenze, spiegandole i motivi per cui sente di aver bisogno di sedute settimanali. In un percorso terapeutico è di fondamentale importanza la relazione che si viene a creare, una relazione che deve essere assolutamente basata sulla fiducia. Se sente di aver fiducia nel suo terapeuta, provi ad accettare il percorso nel modo che le viene offerto: essendo competente nella materia, probabilmente ha delle motivazioni precise che lo spingono a questa scelta, motivazioni di cui potreste comunque discutere. Se invece questa fiducia non c’è, allora non vedo perchè affiancare un’altro terapeuta: potrebbe semplicemente provare a rivolgersi ad uno che possa darle quello di cui ha bisogno.