Gravidanza: benessere
Gravidanza: il benessere della diade madre-bambino
A cura della Dott.ssa Fortunata Gargano
Il periodo della gravidanza rappresenta quella fase unica del ciclo di vita di una donna in cui gli aspetti del cambiamento somatico e psicologico richiedono complesse capacità di adattamento. La gestazione implica nuovi equilibri riguardo all’identità individuale, di coppia, sociale ed una ampia mobilitazione fisica ed emotiva. Ogni gravidanza porta con sé il pericolo di uno scompenso, configurandosi come una fase di potenziale vulnerabilità.
Alcuni studi recenti hanno permesso di evidenziare come le emozioni materne influenzano il profilo neurofisiologico del feto. Le manifestazioni emotive si accompagnano ad alterazioni dei parametri psicofisiologici dovuti all’attivazione del sistema simpatico e parasimpatico ed al rilascio di sostanze come ormoni e catecolamine. In particolare le sostanze legate allo stress come i glucorticoidi attraversando direttamente la placenta, influenzano lo sviluppo del sistema nervoso del feto ( Morgan and Wang 2001). Se l’azione di queste sostanze risulta intensa e prolungata nel tempo gli effetti potrebbero ripercuotersi sul volume dell’ippocampo, sul sistema asse ipotalamo-ipofisi-surrene, sulla quantità dei recettori dei corticosteroidi, sulla vasocostrizione delle pareti dei vasi che portano sangue al feto, sul peso alla nascita, sulla circonferenza cranica del nascituro. La presenza di variabili psicologiche come ansia, depressione, irritabilità clinicamente rilevanti incrementa il rischio di stress e depressione post natale. La prevalenza di sintomatologia ansiosa è stimata tra il 33-50% (Lee et al., 2007; Faisal-Cury et al., 2007; Grant et al., 2008). La prevalenza di sintomi depressivi in gravidanza si attesta intorno al 10-20% (Evans et al., 2001).
Alcuni studi longitudinali hanno evidenziato una correlazione positiva tra l’ansia materna rilevata al terzo mese di gestazione, difficoltà di temperamento a due mesi e problemi comportamentali a quattro anni nel bambino. Da altri studi sperimentali si evince che l’alto livello di stress in gravidanza e quindi gli alti livelli di cortisolo nel sangue si correlano negativamente con lo sviluppo cognitivo e motorio valutato mediante la scala di Bayley (Bayley Scales of Infant Development, BSID, Bayley, 1993).
Da uno studio interessante di Field e collaboratori (2003) emerge una corrispondenza nel profilo biochimico contraddistinto da alti livelli di norepinefrine a bassi livelli di dopamina, tra le gestanti classificate come ansiose e quello dei loro bambini. I bambini di gestanti ansiose tendono ad avere un minore accrescimento fetale e fasi di sonno profondo più lunghe. L’esposizione a stress prenatale rappresenta uno tra i fattori di rischio in grado di influenzare qualitativamente l’evoluzione dello sviluppo del bambino (O’Connor et al. 2002; Field et al. 2003; Ruiz and Avant 2005).
I fattori ambientali influenzano l’attività neurale degli organismi (LeDoux 2002). Il sostegno sociale ed il supporto emotivo, la qualità della relazione di coppia, lo status socio-economico sono alcuni tra gli elementi capaci di funzionare come modulatori del di-stress e concorrere al benessere psicologico percepito.
Saranno significativi per la coppia degli spazi di riflessione costanti sui mutamenti in atto nella propria vita, una maggiore condivisione del tempo insieme importante anche per la strutturazione del futuro attaccamento padre-figlio. Vivere con consapevolezza questa condizione singolare concorre alla costruzione del benessere psicofisico del bambino e della diade madre-bambino. Il nascituro è un essere che già dal concepimento và percepito come una persona sensibile, portatrice di esigenze e capacità di apprendimento. Fin dalla gravidanza si sviluppa un legame emotivamente significativo tra la madre e il figlio, costellato da fantasie, desideri, paure, percezioni corporee ed emozionali. Essere autentici e istintivi nello strutturare un legame con lui rappresenta un punto di forza nella promozione della sua salute. La natura e l’intensità di questo legame varia notevolmente tra individui diversi.
Un bambino nasce nella testa e nel cuore prima che nel corpo, per cui diventa fondamentale durante i nove mesi di gestazione costruire uno spazio mentale ancor prima che materiale. Comunicando e percependo, sviluppando una forma di comunicazione o contatto emozionale, che manterrà una continuità quando sarà nato. Sappiamo che il feto è in continua transazione con il mondo esterno e apprende da questi costanti scambi.
Nei primi tre mesi di gravidanza sarà importante dedicare del tempo ad contrastare lo stress prodotto dalle responsabilità e dai timori emergenti. Dei massaggi circolari all’addome e una respirazione lenta e profonda potranno facilitare il rilassamento e favorire l’elasticità dell’ambiente uterino. L’ascolto della musica classica che ricalca il ritmo del battito cardiaco, ha un effetto rassicurante correlato a sua volta al rilascio nel circolo sanguigno delle endorfine.
Tra i tre e i sei mesi sarà utile conversare con il proprio bambino, cantare delle filastrocche, commentare e chiarire le proprie emozioni, esporre il bambino all’ascolto di suoni naturali. Gesti rilevanti in quanto facilitatori del successivo sviluppo linguistico, cognitivo, emotivo- affettivo.
Sarà stimolante toccare e sollecitare la pancia, replicare ai suoi movimenti che diventeranno sempre più regolari. In questa fase il bambino beneficerà delle carezze calde e vigorose del papà, capaci di alimentare fiducia e protezione.
Dal terzo trimestre la futura mamma potrà seguitare a cullare il proprio grembo producendo quelle stimolazioni vestibolari che confortano e allietano il bambino. Dondolarsi ed accarezzare faciliterà il suo sviluppo psicomotorio .
Immaginarsi con entusiasmo il futuro evitando di rimuginare su eventi dolorosi del passato, accettare le emozioni spiacevoli quando si presentano rassicurando il proprio bambino e consolandosi con frasi, immagini, pensieri positivi, rappresentano un primo passo verso la costruzione della salute psico-fisica del nascituro. Nello specifico l’uso dell’immaginazione ottempera a funzioni importanti come rendere espliciti significati inconsapevoli e regolare le emozioni.
Questo contributo si auspica di poter rappresentare una poliedrica occasione di riflessione e di aver puntato un faro sull’importanza che svolgono per il nascituro le capacità di relazionarsi, comunicare attivamente e di sintonizzazione emozionale sin dai primissimi istanti del concepimento.
Riferimenti bibliografici
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