Il linguaggio in bambini cerebrolesi
Sviluppo del linguaggio in bambini con danno emisferico precoce unilaterale
A cura della Dott.ssa Fortunata Gargano
I dati emersi dagli studi sull’acquisizione del linguaggio in bambini con lesioni precoci (PL) dimostrano la straordinaria plasticità di questa funzione rispetto ad altre come la cognizione spaziale, il cui substrato neurale sembra essere altamente stabile, determinato, fissato già all’inizio dello sviluppo.
Il termine di neuroplasticità indica le modificazioni strutturali e/o funzionali della circuiteria cerebrale che avvengono nel corso della vita di un individuo come conseguenza di una vasta gamma di fattori. La plasticità può operare in risposta ad una lesione o malattia nella prima infanzia piuttosto che ad un processo evolutivo anormale. Se le origini sono genetiche, gli effetti della plasticità sono limitati per un possibile effetto inibitorio da parte del tessuto cerebrale intatto.
La plasticità e la capacità di recupero sono ancora più evidenti nel caso di bambini nei quali è stata identificata molto precocemente una lesione focale cerebrale. I risultati condotti in questi anni hanno evidenziato differenze importanti rispetto agli studi sugli adulti con lesioni analoghe. Sulla base di queste osservazioni, quindi, una lesione emisferica sinistra potrebbe provocare un iniziale ritardo di acquisizione del linguaggio e successivamente, altre aree cerebrali, non coinvolte dall’evento lesionale, potrebbero mediare le funzioni linguistiche normalmente processate dalle aree danneggiate.
A partire dai cinque anni comunque il linguaggio dei bambini con lesione focale pre o perinatale, cioè incorsa entro i primi sei mesi, si eguaglia quasi ai controlli per quanto riguarda gli errori morfologici e le complessità della sintassi.
Studi su pazienti con lesioni prenatali o precocemente acquisite dimostrano un normale sviluppo linguistico, anche se ad un’analisi più dettagliata e nel confronto con soggetti di controllo sono evidenziabili, come detto sopra, sottili differenze di prestazione. Le differenze tra i bambini lesi sinistri e destri sono quasi nulle. Inizialmente il gruppo PL risulta essere indietro rispetto ai controlli sulle misure della morfologia, l’uso di sentenze complesse e delle strutture narrative. Questi bambini realizzano racconti più corti, i bambini ancora più piccoli compiono errori morfologici più numerosi rispetto ai controlli; comunque gli errori diminuiscono all’aumentare dell’età, tanto che la performance del gruppo PL, rientra nel range normale alla fine della scuola elementare.
Nel gruppo degli adulti, i lesi sinistri compiono più errori, e differiscono maggiormente dal gruppo di controllo.
Le differenze nelle prestazioni tra i bambini lesi sinistri e destri sono poco evidenti, al contrario dei soggetti adulti.
Anche se nei primi stadi si possono riscontrare ritardi, si assiste ad un notevole recupero indipendente da luogo e dall’ampiezza della lesione. Più vasta è la lesione tanto più il cervello mostra incredibili capacità riorganizzative. Alcuni bambini con disturbi linguistici persistenti potrebbero soffrire di microlesioni corticali bilaterali distribuite non individuabili neppure con la RM, per cui il danno è così sottile da non far scattare nessun meccanismo di compensazione in altre regioni del cervello.
Lesioni più piccole determinerebbero deficit maggiori, in caso di lesioni estese si realizzerebbe una liberazione di aree ridondanti funzionalmente libere con un buon compenso delle funzioni danneggiate.
Al contrario lesioni di piccole dimensioni indirizzerebbero verso una riorganizzazione in sede con scarso beneficio.
Bambini ai quali è stata diagnosticata una lesione focale nel primo anno di vita, più tardi tra i 5-7 anni si comportano nella norma se considerati come gruppo, ma le loro prestazioni appaiono inferiori rispetto ad un gruppo di controllo. Una lieve traccia resta. Un sistema comunque non svilupperà mai come un sistema ottimale anche nelle condizioni in cui l’insulto accorre molto precocemente; i lavori di alcuni ricercatori come Goldman e Kolb danno prova di quanto appena detto.
Da questi studi si evince che i peggiori risultati si osservano in bambini colpiti da lesioni approssimativamente tra 1-4 anni di età. Mentre i migliori risultati si manifestano in bambini con lesioni congenite o perinatali, o le cui lesioni accorrono tra i 5-12 anni di età, in opposizione all’ipotesi del periodo critico.
Si definisce periodo critico per lo sviluppo di una funzione, una definita porzione della vita dedicata al rimodellamento delle connessioni neurali, alla base della suddetta funzione. La durata del periodo critico, per ogni funzione studiata, varia in relazione alla lunghezza della vita ed alla complessità del suo sistema nervoso. La plasticità del cervello ha il suo apice nelle prime fasi dello sviluppo postnatale, in cui sono possibili grandiosi riassestamenti dei circuiti cerebro corticali. Non c’è una perdita progressiva o monotonica della plasticità all’avanzare dell’età.
Ne deriva l’idea non di un singolo periodo critico per l’apprendimento del linguaggio.
L’età di 6 anni è descritta in letteratura come età limite per l’acquisizione del linguaggio.
Recenti studi dimostrano tuttavia la capacità da parte dell’emisfero destro di acquisire abilità linguistiche anche oltre tale limite temporale.
Boatman illustra il recupero del linguaggio nel corso di un anno in soggetti tra i sette ed i quattordici anni in seguito ad emisferetomia sinistra.
Vicari sottolinea come la specializzazione di alcune capacità e la conseguente specializzazione di alcune regioni del cervello siano un prodotto dello sviluppo piuttosto che un punto di partenza.
Gli studi fMRI delle funzioni linguistiche in età evolutiva mostrano una sovrapposizione con i pattern di attivazione riscontrati nell’adulto, tuttavia una maggior estensione e ampiezza dell’attivazione e una significativa maggior attivazione dell’emisfero destro. Dati interpretati come evidenza dell’esistenza di un’iniziale network bilaterale di specializzazione linguistica coinvolgente aree omologhe nei due emisferi che consente riorganizzazioni funzionali in caso di lesione precoce. Bambini con estese lesioni, precocemente acquisite, a carico dell’emisfero sinistro mostrano l’attivazione di un network perisilviano destro in compiti linguistici.
Molto interessante, rifletterò con cura…Grazie Biagio Giordano