La dipendenza affettiva
Amore o prigione? La dipendenza affettiva: legame disfunzionale nella relazione amorosa.
A cura della Dott.ssa Maria Rita Di Renzo
“Qualunque cosa distrugga la libertà non è amore. Deve trattarsi di altro perché amore e libertà sono due ali dello stesso gabbiano”, (Osho).
Quando l’amore diventa una prigione, quando la relazione è fonte di sofferenza, frustrazione, manipolazione parliamo di “amore patologico”.
L’elemento centrale che alimenta gli “amori patologici” è la dipendenza da colui o colei che rappresenta l’oggetto d’amore.
Nei legami affettivi è realmente possibile dipendere dalla persona amata come se questa rappresenti una droga? La risposta è affermativa.
Quando l’amore si trasforma in un’ ossessione e fa soffrire, non parliamo più di amore ma di “dipendenza affettiva”.
La dipendenza affettiva, o love addiction (come la chiamano gli anglosassoni), è un quadro psicopatologico in cui il “rapporto d’amore” è vissuto come condizione stessa della propria esistenza.
Gli individui affetti da questa dipendenza vedono nell’altro la fonte di ogni benessere, e pur di mantenere e non rischiare di perdere l’oggetto amato sono disposti a sacrificare qualsiasi bisogno o desiderio personale fino al punto di annullare il proprio Sé.
L’importanza attribuita all’oggetto d’amore spinge il dipendente affettivo a preservare il rapporto”sentimentale” a tutti i costi, fino ad assumere un atteggiamento di dedizione assoluta, adoperandosi affinchè i bisogni e desideri dell’altro siano soddisfatti.
La scarsa autostima è il punto di partenza della dipendenza affettiva e solitamente è la conseguenza di difficoltà vissute nell’infanzia: esperienze di abbandono, violenze fisiche e psichiche, maltrattamenti e soprusi emotivi, lasciano un segno doloroso nella mente del bambino che, una volta raggiunta l’età adulta, collocherà la propria autostima all’esterno, nelle relazioni.
I sintomi correlati alla dipendenza affettiva sono numerosi e complessi. Di seguito i più consueti:
- Paura di perdere l’amore, dell’abbandono, della separazione;
- Paura della solitudine e della distanza;
- Paura di mostrarsi per quello che si è;
- Paura di amare l’altro per quello che è;
- Senso di colpa;
- Senso d’inferiorità nei confronti del partner;
- Gelosia e possessività;
- Rabbia;
- Sottomissione caratteriale e tolleranza verso gli “aspetti” negativi della persona amata;
- Tendenza ad assumersi le colpe nelle crisi di rapporto.
Amarsi è il passo fondamentale per aprire la gabbia emotiva e tornare a volare in libertà. L’unico amore che si può imporre è quello verso se stessi.
Possiamo amare e adorare il nostro partner, ma dobbiamo mantenere una buona autostima per crescere personalmente,e raggiungere una sana autenticità.
Non bisogna confondere l’amore con la necessità.
L’amore non è angoscia, né farfalle nello stomaco, né controllo morboso dell’altro.
Amare non significa affogarsi, sottomettersi; l’amore non è sacrificio ma rispetto, condivisione e libertà.
La psicoterapia fornisce gli strumenti necessari per individuare le trappole cognitive che alimentano false convinzioni, mette in luce le reali fragilità, fornendo all’individuo la possibilità di recuperare la sua esistenza e gettare le basi per la costruzione di una più sana e funzionale modalità d’amare.
Bibliografia
- Quando l’amore diventa una schiavitù. come uscire dalla dipendenza affettiva e raggiungere la maturità psicologica ( di Nicola GhezzaniHYPERLINK “http://www.libreriauniversitaria.it/libri-autore_ghezzani+nicola-nicola_ghezzani.htm” -ed Franco Angeli 2013),
- Donne he amano troppo (di Robin Norwood -ed Feltrinelli 2013). I narcisisti perversi e le unioni impossibili. Sopravvivere alla dipendenza affettiva e ritrovare se stessi ( di Enrico Secchi – ed youcanprint 2014).
- I narcisisti perversi e le unioni impossibili. Sopravvivere alla dipendenza affettiva e ritrovare se stessi ( di Enrico Secchi – ed youcanprint 2014).