Sudoku e cervello
Alcuni ricercatori italiani dell’Itab di Chieti in collaborazione con l’ospedale Fatebenefratelli di Brescia e con la rivista Focus, sulla scia di precedenti studi (Prado, Noveck, 2007; Volz, Von Cramon, 2006; Göbel, Calabria, Farnè, Rossetti, 2004) si sono chiesti quali siano le aree cerebrali coinvolte nel gioco del Sudoku.
Per rispondere a questo quesito sono stati avviati alcuni studi dove soggetti volontari devono risolvere schemi di Sudoku di varie difficoltà, mentre il loro funzionamento cerebrale è monitorato tramite l’utilizzo di tecniche d’indagine come la risonanza magnetica funzionale (fRMI) e la stimolazione magnetica transcranica (TMS).
Lo scopo principale di questa ricerca è scoprire i correlati neurologici del gioco logico-matematico attualmente più popolare, oltre a portare notevoli contributi alla conoscenza delle aree cerebrali implicate nell’esecuzione di compiti logici e attentivi, permettendo inoltre di verificare se la continua attività possa portare a cambiamenti più o meno stabili a livello sinaptico.
I bravi sudokisti da oggi possono quindi mettere le loro abilità al servizio della scienza offrendosi volontari per lo studio promosso da Focus: l’importante è avere meno di 40 anni, essere destrimani e non portare lenti a contatto o occhiali. E se offrire un utile servizio alla scienza non fosse abbastanza remunerativo, Focus offre un rimborso di 50 euro oltre all’abbonamento annuo alla rivista Brain Training.